This book presents the psychoanalyst with the question of how our enormously modified environmental conditions determine our subjective mental changes and vice versa.
The gravity of the environmental crisis is amply clear and yet, in the face of such incontrovertible evidence, there is an emotional, more than cognitive, difficulty in comprehending the present reality and its future consequences. In understanding the collective imagination as permeating the individual one and vice versa, this book investigates this relationship of mutual co- determination between the individual traumatic stories told and experienced in the consulting room and the positive or negative environmental attitudes exhibited by patients. The pairing of clinical vignettes with dispatches from the collective imagination sheds light on the confused affective investments and anxieties that propel pathological defenses, such as negation, suppression, intellectualization, displacement, and disavowal. The final chapter concludes with notes on the role of hope in a damaged world and the importance of integrity within the psychoanalytic field and beyond.
En el interior de un pabellón abandonado del antiguo manicomio de Cogoleto (Génova), un largo y sinuoso pasillo serpentea, con una sucesión de escenas que representan momentos clave de la vida de la institución. Se trata del pesebre de Cogoleto, de más de 500 metros cuadrados, que reconstruye de forma despiadada, pero también con cierta vena nostálgica, la historia del manicomio, el abandono y la segregación de los huéspedes, el pabellón infantil, los lugares de violencia pseudoterapéutica,la colonia agrícola y los diversos tipos de trabajo que se hacen pasar por terapia ocupacional, para llegar finalmente a la ciudad, contenedor de todas las esperanzas de emancipación y socialización, una ciudad donde se hace posible la convivencia con otros seres humanos sin separaciones inhumanas. Este libro, tras años de silencio, vuelve a proponer en términos absolutamente originales el tema de la superación de los hospitales psiquiátricos, advirtiendo del riesgo de que los gérmenes de las práticas “manicomiales” se reproduzcan incluso en estructuras y experiencias inicialmente consideradas antitéticas al asilo.
El diseño y la preparación del pesebre del Manicomio de Cogoleto y su posterior valorización tomaron como propia función de reanimar la vida institucional comatosa y favorecer los procesos de reapropiación simbólica, a través de la narración plástica de las vivencias de dolor y angustia, pero también, y sobre todo, para dar consistencia y visibilidad al deseo y a la esperanza de las mujeres y de los hombres hospitalizados. La capacidad narrativa y representativa pudo desplegarse en toda su potencialidad terapéutica, permitiendo la recuperación de partes del yo congeladas, áridas, desconocidas o no reconocidas, así como el descubrimiento y la experimentación de movimientos y actitudes creativas inimaginables hasta ese momento.
La psicoanalisi è una preziosa risorsa per approfondire lo studio dei meccanismi di difesa individuali e comunitari che impediscono la piena e matura consapevolezza della gravità della crisi ambientale.Di fronte all’evidenza oggettiva dei danni subiti, ma anche di quelli che potenzialmente possiamo provocare, di cui è sempre più chiaro quali siano la grandezza e la pericolosità, stentiamo a prendere atto emotivamente, prima ancora che cognitivamente, di quello che è successo, di quello che sta avvenendo e di quello che ancora potrà succedere.Risulta impossibile parlare di un immaginario individuale senza considerare quello collettivo, che lo sottende e anzi lo impregna, in un rapporto di codeterminazione reciproca. E non possiamo attestarci sull’immagine di un ambiente che sia solo un fuori sganciato dalla rappresentazione che ne abbiamo al nostro interno.Il libro, che Lorena Preta definisce necessario, si propone, in un intreccio di riflessioni tra le storie e le narrazioni individuali che prendono vita nella stanza di analisi e l’immaginario collettivo, di mettere in luce i confusi investimenti affettivi e le angosce che sono alla base delle difese patologiche, tra cui la negazione, la rimozione, l’intellettualizzazione, la scissione, il dislocamento, il diniego.
Quels démons, quelles pulsions nous poussent à saccager avec outrance la terre-mère jusqu’au tréfonds de ses entrailles, au risque de voir disparaître une grande partie du règne végétal, animal, voire humain ? Quelles résistances tenaces, quels dénis, en dépit de l’évidence, nous maintiennent dans l’aveuglement meurtrier qui détruit notre planète ?
Dénonçant notre rapport irresponsable à la nature, et pour comprendre ce qui se joue dans la crise écologique que nous traversons, Cosimo Schinaia
analyse les soubassements psychiques d’une telle attitude. À partir de de cas cliniques portant notamment sur le gaspillage, la pollution sonore ou lumineuse, il montre que ce qui nous pertube au niveau collectif se révèle également dans notre mal-être intime.
Face à ce malaise dans la civilisation, constatant la parole trop rare de sa discipline sur la question écologique, Cosimo Schinaia nourrit aussi sa réflexion en s’appuyant sur la philosophie, la sociologie et la littérature, et appelle, pour renouer avec l’espérance, à la fondation d’une « psychanalyse écologique ».
Un cuore di bambino nel corpo e nella mente di un adulto: così descrivono se stessi i pedofili, appellandosi talora anche all’etimo per protestare la liceità del loro «amore per i bambini». Bambini in realtà fantasticati come esseri adultizzati, privi di consistenza emotiva autonoma. Di tale «amore» che corrompe e oltraggia il proprio oggetto, e può spingersi a esiti estremi, i pedofili avvertono l’esecrazione sociale, ma in genere ne vivono la dinamica interna in un modo aconflittuale ed egosintonico che riesce a silenziare la totale mancanza di empatia verso le vittime delle loro condotte molestanti. Di fronte a questo agglomerato perverso di eros e distruttività spetta ai curanti – psichiatri, psicoanalisti e psicoterapeuti – innanzitutto riconoscere, da vertici osservativi diversi, il polimorfismo delle organizzazioni mentali che lo strutturano: primo atto di un percorso terapeutico accidentato e disturbante, anche per i pesanti effetti controtransferali. Addentrarsi nelle aree di clandestinità della mente pedofila, e disarticolare finalmenteuna categoria-omnibus, ereditata dall’alienistica criminologica ottocentesca e presente ancora oggi con genericità nella letteratura specialistica, è il merito del saggio di Cosimo Schinaia. A diciotto anni dalla primaedizione, tradotta in sei lingue e divenuta il testo di riferimento internazionale per gli studi sulle pedofilie, ormai dichiaratamente plurali, Schinaia aggiorna qui sia l’esperienza clinica sia l’analisi dell’orizzonte socio-culturale in cui esse prosperano, tra nuove dimensioni virtuali e antiche omertà che poco a poco si sgretolano.
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